Ragazze in campeggio! Laid-Back Camp: recensione anime

Come prendere una boccata d'aria restando al computer...

di LaMelina

Se desiderate rilassarvi, ho proprio l'anime che fa al caso vostro: Laid-Back Camp, per gli amici Yuru Camp (ゆるキャン△), slice of life di 12 episodi prodotto dallo studio C-Station, porta sul piccolo schermo un gruppetto di cinque adorabili ragazze che, aggrovigliate nel sacco a pelo, dentro la tenda, o sdraiate sull'erba a rimirare l'arcata celeste; soffiando sui ramen bollenti o rilasciando nell'aria il profumo della carne arrostita; scalando un sentiero di montagna o restando in ammollo alle terme; mostrano i pregi della vita da perfetto campeggiatore. La più fredda stagione dell'anno ci regala un'altra serie che scioglie il cuore, tratta dal manga seinen in corso di Afro, che sfrutta l'idea del campeggio per raccontare di un'amicizia alimentata da una passione comune.
 
Yurucamp_01.jpg
 
Rin è specializzata nei campeggi in solitaria; prende il suo motorino e si lancia in spedizione da sola, con in sella la tenda e tutto l'equipaggiamento che le serve per bivaccare in libertà e godere dei bei paesaggi che offre la sua patria. Ma un bel giorno si imbatte in una buffa ragazza addormentata per strada: il suo nome è Nadeshiko e ben presto diventerà la compagna d'avventure di quel lupo solitario con la cipolla, che è conosciuto ai più come Shimarin. Nadeshiko è un vulcano di emozioni, esagitata ed esuberante com'è, sempre affamata, con tanta curiosità di scoprire le novità che la circondano; mentre Rin è più pacata e composta nelle reazioni che mostra all'esterno, ma nasconde dentro un fuoco ardente e tanta voglia di mettersi in gioco. Due caratteri diversi che si stimolano e si compensano. Per Rin è forse arrivato il momento di accantonare la solitudine e aprire la tenda a nuove amicizie?
 
«Anche se ti piace campeggiare da sola,
potrebbe essere divertente anche in gruppo,
pur se in modo diverso»

Se il campeggio è bello da vivere da soli, perché permette di ritagliarsi uno spazio per se stessi, in cui rilassarsi e dialogare col proprio io, respirando aria fresca e rigenerando la propria mente, è ancora meglio quando è vissuto in compagnia. Scambiarsi una chiacchiera mentre si monta la tenda, raccontarsi davanti al fuoco mentre si rosola una succulenta salsiccia, condividere le proprie memorie mentre si contano le stelle di una limpida notte... Ciò che Laid-Back Camp vuole comunicare è che più si è più ci si diverte e forse si riesce anche a riscoprire il valore dello stare insieme, che non per forza vuol dire perdere se stessi, ma spesso è proprio nella condivisione con gli altri che si ritrovano aspetti del proprio carattere che nemmeno si pensava di avere. E quando gli altri sono persone positive che aggiungono soltanto, senza toglierti nulla, allora hai fatto centro!
 
Yurucamp_02.jpg

Nadeshiko rappresenta per Rin la spinta a dischiudere il suo mondo non solo all'amichetta del cuore, Ena, ma anche ad altri che hanno lo stesso interesse che nutre lei per il campeggio, ragazze come Chiaki, Aoi (membri del circolo delle attività all'aperto, alias l'Apercolo!) e Nadeshiko stessa, a cui piacerebbe condividere con Rin l'emozione di accamparsi ai piedi del Monte Fuji, sorseggiando un tè fumante e narrandosi, come vecchiette, le piccole gioie e sventure della vita di ogni giorno.

Una più simpatica dell'altra, le giovani donne di quest'anime tutto al femminile sono un bello spaccato dell'universo rosa, ognuna con una personalità diversa, sfaccettata, interessante. Dalla spumeggiante Nadeshiko, alla riflessiva Rin, alla pigra Ena, all'accomodante Aoi, per finire con la coinvolgente Chiaki: insomma, ce n'è per tutti i gusti! Ci si può facilmente immedesimare in ognuna di loro, perché sono ragazze semplici, a cui piace la vita, disposte a fare anche dei sacrifici per realizzare i piccoli sogni, che si godono le giornate sorridendo ed escogitando nuovi metodi per divertirsi sempre più. Per esempio, io mi sono rivista tanto in Nadeshiko, che oltre a essere una gran mangiona come me, è anche una fanatica del Monte Fuji! Anch'io, come lei, mi faccio venire gli occhi a cuoricino quando vedo il gigante buono giapponese, sarà che mi ricorda molto quello di casa mia. (N.B. Vesuvio-san e Fuji-san sono fratelli separati alla nascita. Obviously, that's a joke!)
 
Yurucamp_03.jpg

Attrezzatura, percorsi consigliati, le regole del buon camping, i principali luoghi d'attrazione... Rin e compagne presentano tutto ciò che c'è da sapere sul campeggio nella regione dei Cinque Laghi, dalla prefettura di Nagano a quella di Yamanashi, che ospita il paesaggio più caratteristico dell'arcipelago giapponese: mister Fuji-san, che con la sua imponente figura rappresenta la bussola di molti viaggiatori, i quali ritrovano lo spirito giusto per proseguire soltanto alzando lo sguardo verso il famoso vulcano.

In Laid-Back Camp è la montagna a farla da protagonista, con le sue salite e le sue discese, i suoi misteriosi ferini abitanti, con i piccoli e grandi ostacoli che dissemina per strada, con i paesaggi da cartolina ripresi dall'alto, la notte fredda e la frescura degli alberi che riparano dal sole, la sua solitudine e il silenzio imperante... Attorno alla montagna tante piccole stazioni turistiche, attrezzate di tutto punto per ospitare, servire e offrire ristoro, rifornimento e informazioni ai viaggiatori più disparati. Onsen, templi, belvedere, ristorantini tipici, la bellezza e la genuinità del Giappone più rustico si dispiega in quest'anime, che quasi quasi sembra fatto apposta per invogliare lo spettatore a fare la valigia e partire alla volta del Sol Levante, casomai per campeggiare in un prato con vista Monte Fuji.

Laid-Back Camp racconta il tutto con estrema semplicità e immediatezza, snocciolando piccole nozioni di campeggio in maniera simpatica, o con un narratore esterno che indica cosa fare e cosa non, cosa portarsi dietro e cosa lasciare a casa; o con un dialogo fra le protagoniste, che spesso si ritrovano a montare, cucinare, scalare, a spiegarsi l'un l'altra i passaggi da seguire per la miglior riuscita della loro gita. Per questo motivo, l'anime non risulta né troppo nozionistico né troppo scarno, per nulla pesante anche per coloro i quali non masticano questo mondo, ma interessante per quelli che invece sono curiosi di conoscere di più su tende, fornelli, sacchi a pelo, ecc.
 
Yurucamp_04.jpg

«Hey! Se leverai lo sguardo, vedrai il cielo senza nuvole.
Che gioia poter respirare l'aria a pieni polmoni!
Questi sono piccoli miracoli che diamo per scontati.
In ognuno di loro affondiamo i nostri denti!»

Così canta Asaka nella frizzante canzone d'apertura, intitolata "SHINY DAYS"! Dunque il messaggio dell'anime è ben racchiuso nella sua opening: non lasciarsi scappare i piccoli miracoli che avvengono giorno per giorno e trovare la gioia nelle piccole cose che la vita ci offre. Da bravo slice of life qual è, Laid-Back Camp sposa bene questa filosofia; è un inno a viversi la quotidianità con leggerezza, facendo ciò che piace senza paura del giudizio altrui, ricucendosi dei momenti da dedicare alla propria anima nella frenesia di tutti i giorni. Mi ha ricordato il mio periodo Scout, quelle serate passate davanti al fuoco a giocare e chiacchierare, quel senso di libertà che senti quando inspiri aria a pieni polmoni e poi la cacci fuori come se stessi rilasciando tutte le mostruosità che hai covato dentro, casomai mentre ammiri un bel panorama dall'alto, che ti fa provare già di suo il brivido dell'onnipotenza. Guardi il mondo piccolo piccolo in basso e ti senti importante, ti senti fiero di aver raggiunto quel traguardo compiendo piccoli sforzi e sacrifici. Alle persone come me, che escono quasi solo di domenica per andare a messa e passano la vita "rinchiuse" fra le quattro mura di casa; perché hanno pochi amici e quei pochi ce li hanno sparsi in giro per il mondo; perché non hanno soldi per avviare una qualche attività; a quelle persone Rin e compagne restituiscono quel senso di liberazione che manca alla loro vita.

Insomma, non stiamo parlando di un classico "cute girls doing cute things", ma di una serie che lentamente sedimenta nell'animo, perché anche se non affronta chissà quale argomento complesso e/o delicato, riesce comunque a trasmettere buoni sentimenti e ad allietare e far riflettere chi guarda. È sì un anime pregno di moe, ma non fa del fanservice il suo cardine. A proposito di questo, se vi aspettate di trovare oppai e quant'altro avete sbagliato parrocchia! Rin, Nadeshiko, Chiaki, Aoi ed Ena girano tutte coperte e l'unico momento in cui si riesce a intravedere della carrrrrne è quando fanno il bagnetto nelle onsen, ma non sono da sangue dal naso, fidatevi! Inoltre si nota che Laid-Back Camp è figlio del suo tempo, perché unisce varie tendenze degli anime recenti, come l'utilizzo delle chat messaggistiche che scorrono sullo schermo; o l'accento posto sul cibo, la sua preparazione, presentazione e consumazione; o l'uso di piccoli oggetti parlanti (adorabili le pigne!) per creare un'interazione maggiore con il mondo intorno. 
 
Yurucamp_05.jpg

Laid-Back Camp è un anime che regge bene anche dal punto di vista tecnico. Il character design è semplice, ma carino; tondeggiante, ma con una sua sensualità. Adorabili anche le versioni deformed, che rispondono bene alla comicità della serie. Ma gran parte dell'attenzione è catalizzata sugli sfondi, che rappresentano paesaggi realmente esistenti in Giappone. Panoramiche notturne dall'alto di centri abitati illuminati, il Monte Fuji che si specchia nei laghi, i tipici scorci di montagna con la classica vegetazione rigogliosa... Nonostante siano animazioni, i panorami inquadrati sembrano vere fotografie, al punto che spesso mi è capitato di pensare che i personaggi animati stonassero quasi nel realismo del disegno. Ottima anche la resa grafica di tutta l'attrezzatura da campeggio e del cibo, che metteva una gran fame al solo vederlo!

Al di là del fattore visivo, a restare impressa è anche la colonna sonora. Molte delle musichette di accompagnamento, composte da Akiyuki Tateyama, si conficcano nella testa e capita di fischiettarle per tutto il periodo successivo alla visione dell'episodio, e anche nei giorni seguenti. Birichina ma rilassante, a volte più lenta altre veloce, elaborata spesso con strumenti che richiamano i suoni della natura, l'OST esprime perfettamente lo spirito della serie, ricalcando l'atmosfera di beatitudine e la sensazione di quiete che trasmette Laid-Back Camp. Carine sia la già citata opening sia l'ending "Fuyu Biyori" di Eri Sasaki. Un verso di quest'ultima recita: «Sediamo attorno a un fuoco caldo, chiacchierando di argomenti leggeri», rievocando appieno quell'atatakasa che percorre tutto l'anime, quel calore umano che ti riscalda il cuore così tanto da farti salire le lacrime agli occhi. E io, infatti, mi sono commossa per davvero.

Apprezzabile anche il doppiaggio. Il quintetto protagonista, formato da (Rin), (Nadeshiko), (Chiaki), (Aoi) e (Ena), ha offerto un'ottima prova. Voci calzanti ai personaggi, non eccessivamente squillanti, espressive al punto giusto. Direi proprio che non ho nulla da lamentare riguardo a queste cinque bravissime e giovanissime doppiatrici!
 
Yurucamp_06.jpg
 
Riassumendo: respirare aria fresca di montagna rimanendo seduti alla propria scrivania; incantarsi davanti al Monte Fuji come se davvero lo si tenesse di fronte; sentire il calore dell'acqua delle onsen rilassare il corpo pur indossando il pigiama; assaporare con gli occhi una fumante ciotolona di hōtō... Con Laid-Back Camp si può vivere questo e altro, assieme a cinque simpaticissime fanciulle che percorrono il lungo cammino per divenire delle perfette campeggiatrici! Un anime pieno di calore umano, piacevole da guardare, leggero al punto giusto ma con qualche spunto di crescita. Ottimo per riscaldarsi il cuore nei freddi inverni della vita. 


Versione originale della notizia